Nel giorno del Solstizio estivo il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto all’equatore celeste per poi riprendere il cammino inverso. E’ il giorno delle nozze del Sole e della Luna.
Questo è un tempo sacro anche in relazione al 24 giugno che ricorda la Natività del Battista. Prima dell’avvento del cristianesimo si svolgevano un’infinità di riti, tutti legati ad un particolare evento astronomico: il 24 il Sole che ha appena superato il punto solstiziale comincia a decrescere sull’orizzonte. Inizia il semestre del sole decrescente che si concluderà col solstizio d’inverno quando l’astro “morirà” per poi rinascere come “sole nuovo”.
Il sole di San Giovanni è “colpito a morte” ossia muta direzione. L’identificazione del Battista decollato con il sole del solstizio è spiegata cristianamente nel Vangelo: “Egli deve crescere e io invece diminuire”. Se ci spostiamo nel periodo solstiziale invernale troveremo la solennità di san Giovanni evangelista o “Giovanni che ride”.
Nella religione greca i due solstizi erano chiamati porte: “porta degli dei” quello invernale e “porta degli uomini” quello estivo.
Nell’Odissea Omero descrisse l’antro dell’isola di Itaca nel quale si aprivano i due passaggi: “l’una volta a Borea è la discesa degli uomini, cioè a nord perché al solstizio estivo il sole si trova a nord dell’equatore celeste; mentre quella degli dei e degli immortali è volta a Noto, ovvero a sud, in quanto l’astro al solstizio invernale si trova a sud dell’equatore”.
Attraverso la prima porta solstiziale si entrava nel mondo della genesi e della manifestazione individuale, per l’altra si accedeva agli stati sopraindividuali. Guénon sosteneva che questo simbolismo, che concerne una realtà di ordine iniziatico, si trovasse dappertutto trasmesso in modo continuo attraverso i secoli.
Nella tradizione romana il Custode delle porte era Ianus (Giano) signore dell’eternità, che tiene uno scettro nella mano destra e le chiavi in quella sinistra. Ianus deriva dalla radice indoeuropea y-a, da cui il sanscrito yana (via) e il latino ianua (porta). Egli è colui che conduce da uno stato all’altro, l’iniziatore. Nel cristianesimo Giano venne interpretato come immagine profetica del Cristo, Via e Signore dell’Eternità: “O clavis David, et sceptrum domus Israel!”
Per capire meglio questo simbolismo bisogna specificare che la vera Terra non è il nostro geoide ma la fascia zodiacale e i percorsi dei pianeti in essa. Giorgio de Santillana scriveva: “Le stelle fisse sono la vera essenza dell’essere. I Pianeti rappresentano le Forze e la Volontà. Le stelle fisse rappresentano il potere regale silenzioso e immobile, i pianeti sono il potere esecutivo”.
Il Battista è colui che introduce gli esseri nella caverna cosmica: per questo le usanze connesse alla sua festa hanno la funzione di proteggere il creato (come i falò e le acque per proteggersi dalle malattie). L’acqua di S. Giovanni è connessa al segno del Cancro, domicilio della Luna, che rappresenta il mondo della formazione o l’ambito dell’elaborazione delle forme nello stato sottile.
Le erbe benefiche del Santo hanno la funzione di scacciare i demoni: parliamo dell’Artemisia, dell’Iperico, della Verbena, della Salvia, dell’Aglio, della Lavanda, della Ruta, del timo e dell’immancabile Rosmarino.
In Val Padana c’è ancora l’usanza di preparare il nocino (rito di derivazione Celtica). Secondo la tradizione le donne devono staccare le noci quando la drupa è ancora verde la notte del 23.
Il 24 giugno è la “notte di mezza estate” e segna un tempo in cui visibile e invisibile si compenetrano e accadono fenomeni inquietanti.
In tutta l’Europa vola la “società di Diana -Erodiade” le streghe dirette alla riunione annuale attorno il noce di Benevento.
San Giovanni è un capodanno e lo conferma l’usanza di trarre presagi e divinare.
Dunque, in passato, la notte della viglilia si beveva e danzava all’aperto accanto al fuoco che aveva funzione purificatoria. Donne e uomini si bagnavano nella magica rugiada che li rendeva fertili e sani (da qui l’usanza di fare l’amore a monte Testaccio).
Questa festività che rappresentava un tempo sacro giocoso e magico è stata gradualmente rimossa tanto che oggi sopravvive solo nei cuori di chi non si accontenta di un sapere pre-costituito.
Bibliografia:
Libero riassunto tratto dai testi di A. Cattabiani: Florario, Calendario e Planetario.