Se l’Ariete è il seme dell’anno il Toro ne è la matrice. Col Toro siamo nel pieno della stagione primaverile, fioriscono le rose e cominciano a maturare i primi frutti dell’anno; il suo geroglifico rappresenta sia le corna dell’animale che la matrice, l’involucro del seme, la coppa che attende e attira il raggio stimolante dell’impulso vitale principio di ogni creazione. Il nativo è paziente, laborioso e perseverante come la natura stessa. Grazie alla sua sensorialità prerazionale può avere doti artistiche. A volte cade preda di angosce e paure incontrollabili. Oscilla fra due poli estremi: se la dominante è fredda (Saturno-Luna) si accosta all’immagine del bue-ruminante o della placida vacca dal carattere tranquillo, taciturno e malinconico. Se la dominante è calda (Marte-Giove-Sole) è simile a un toro nell’arena: espansivo, attivo, ottimista, eccitabile, soggetto a crisi di collera e allo scarso controllo degli istinti.
Nella mitologia
Tanti erano i tori mitologici degli Egizi: a Menfi si adorava Apis che nei Testi delle Piramidi simboleggiava la forza procreatrice. A Eliopoli si chiamava Merur ed era connesso al culto di Ra-Atum, dio solare. A Hermonthis si adorava un altro toro di nome Bukhis. A causa dello spostamento del punto gamma nel segno dell’Ariete si dovette modificare il suo significato sicché il Toro fu accostato all’elemento terra: solido, stabile, denso, sensuale. E per analogia, la terra-materna divenne sacra alle dee lunari. Nel culto mitraico era la prima creatura di Ahura-Mazda, dio della luce. Dal sangue del Toro ucciso da Mitra nacquero tutte le piante e gli animali utili agli uomini. Mitra era il dio solare che catturava la materia e la fecondava sacrificandola in modo da produrre la rigenerazione universale. Un altro mito narra della ninfa “Io” mutata in giovenca da Zeus per scansare le ire di Era, che in Egitto divenne Iside. Nella tradizione induista Shiva cavalca un toro che porta tra le corna il simbolo della mezzaluna Nada (il suono primordiale).
Le pietre e le essenze del Toro
La pietra del Toro per antonomasia è lo smeraldo, gemma di Venere domicilio notturno del segno. E’ noto per favorire le relazioni sincere con gli altri e i rapporti d’amore. Servirebbe anche a procurare favore e fortuna negli affari e per l’idromanzia. Si favoleggia che lo smeraldo abbia un grande potere profetico e si stacchi dalla montatura per segnalare una malattia imminente. Sul piano fisico stimola un’azione depurativa sui reni e sulla cistifellea, se lo si applica sul plesso solare; posto sulla zona cardiaca giova al cuore. Incastonato in un anello e portato al dito medio rafforza la memoria e facilita l’eloquenza, favorisce il lavoro spirituale e infonde coraggio. Un altra gemma del toro è la la giada verde di cui ho già parlato nel segno della Bilancia. I nativi possono far buon uso anche del crisoprasio che pare disgustare il demonio al pari dell’acqua santa. Si usa per migliorare la circolazione del sangue, ridurre l’egoismo, l’ingordigia, la disattenzione. Stimolando le energie del basso addome aiuta a curare le malattie veneree, i disturbi alle ovaie e alla prostata favorendo la fertilità. Aiuta a risolvere i problemi legati alla riluttanza inconscia ai rapporti sessuali.
Il corallo bianco-rosato detto “pelle d’angelo” ha il potere di proteggere le unioni. L’essenza astrale del Toro è la Rosa; per la prima decade la melissa, per la seconda lo zenzero, per la terza nuovamente la rosa.
Le caratteristiche del segno zodiacale del Toro
Il Toro (segno di terra, fisso, femminile) ama la natura e i piaceri semplici della vita. Il nativo è fedele alle sue opinioni e non ama i cambiamenti. Ha uno spirito conservatore che lo porta a procedere a passi misurati concentrandosi sui propri compiti con costanza. La potenza e la resistenza suppliscono alla mancanza di elasticità; il nativo ha bisogno di stimoli e traguardi concreti per agire, perché di fondo è pigro e può accontentarsi di ambizioni limitate. Perseverante, decide solo dopo lunghi periodi di riflessione. Difficilmente abbandona a metà un progetto. Ha un carattere pacifico, altruista e piuttosto accomodante; tuttavia quando sente minacciati i suoi interessi, i suoi principi o la sua serenità personale può reagire in modo violento con tempestosi attacchi di collera. La memoria tenace non gli permette di dimenticare i torti subiti. Edonista convinto è un cultore dei piaceri materiali. L’amore è vissuto con grande intensità affettiva, emotiva ed erotica e con altrettanta possessività. Tende ad evitare le complicazioni e le ambiguità, aspira alla sicurezza e alla stabilità. I difetti del Toro sono l’avidità, l’invidia verso chi possiede più di lui, la testardaggine che non gli fa riconoscere gli errori, la ristrettezza mentale che ostacola l’evoluzione personale, gli eccessi sensuali, l’intelletto poco curioso, gli estremismi religiosi. Il destino è solitamente improntato alla stabilità segnato da realizzazioni lente e durature; la fortuna si accresce assicurando prosperità. Gli insuccessi sono dovuti alla mancanza di spirito d’adattamento. Anatomicamente il segno del Toro governa la bocca, il collo, la gola, le corde vocali e la nuca; spesso i suoi disturbi sono dovuti alla sedentarietà o ad un’alimentazione troppo ricca.
Venere: domicilio notturno
Plutone: esilio
Giove: esaltazione
Mercurio: caduta
Dal punto di vista astronomico
Il Toro ha due gruppi di stelle: le Iadi a forma di “V” (sul muso) e le Pleiadi (sul collo). In novembre le meteore Tauridi offrono un incantevole spettacolo. In realtà le Pleiadi sono oltre novecento ma ad occhio nudo scorgiamo solo Alcione (la più brillante), Taigete, Atlante, Elettra, Maia, Merope e Celeno.
Bibliografia