Nel segno della Croce: l’equinozio di primavera
L’equinozio di primavera prende il nome dal latino “aequus nox” ed è il momento in cui il sole transita dall’emisfero australe a quello boreale e la durata del giorno e della notte sono uguali. Il cosmo vive una fase di grande espansione e la variazione delle ore di luce influenza tutti i fenomeni generativi. Nel mondo pagano l’arrivo della primavera viene festeggiato come un tempo di rinnovamento e fertilità; nella cultura assiro-babilonese era consacrato a Tammuz, il dio che terminato l’ inverno, abbandonava il buio del mondo sotterraneo per tornare sulla terra. Nella cultura greca troviamo il mito di Demetra e Persefone.
Ad Atene si celebravano le Adonie: ne erano protagonisti gli amanti, le cortigiane e gli androgini. Era la festa della seduzione e degli amori senza frutto simili a una sterile semina. Dalla rivisitazione di questi miti emerge il motivo ricorrente del sacrificio seguito da una creazione-rinascita, simboleggiata dal Sole che incrocia e supera la linea dell’equatore celeste passando da sud a nord. Scrisse Hugo Winckler: “Al tempo dell’equinozio nel segno dei Gemelli la più notevole figura astrale del cielo meridionale, la Croce del Sud, era visibile nel cielo di Babilonia. Perciò la Croce è segno dell’adempimento. L’ultimo segno grafico della scrittura alfabetica è una croce e ha come nome adempimento. Il mito del dio dell’anno si conclude al termine della sua orbita con il dio appeso alla croce“.
A Roma si celebravano i Baccanali in onore di Dioniso, divinità che incarnava lo slancio erotico-creativo tipico della stagione. Ancora oggi sopravvivono i riti di panificazione e nelle campagne si accendono grandi fuochi per propiziare il rinnovamento. Il cristianesimo addomesticò Dioniso introducendo la figura di San Giuseppe e la festa del papà– colui che dona il seme della vita. Marzo il nome del mese che da inizio alla bella stagione deriva da Marte, dio della guerra e della fertilità.
Mitra e il Toro sacro
Per il mitraismo l’equinozio di primavera segnava la nascita del mondo e il suo futuro rinnovarsi alla fine del grande anno. Il mito narra che Mitra sacrificò un toro bianco per ordine del Sole. Dal corpo della bestia nacquero tutte le piante salutari: dal midollo il grano, dal sangue la vite e dal seme gli animali. Mitra e il Sole banchettarono nella caverna cosmica dividendo la carne del toro: quel banchetto costituiva il modello dei pasti rituali dove i fedeli ornati di maschere servivano il capo della confraternita. La vita del cosmo era segnata dal contrasto fra le forze del bene guidate da Mitra e quelle del male capeggiate da Ahriman. Nel mese successivo all’equinozio ad Atene si celebravano le Grandi Dionisie in onore del liberatore Dioniso. La statua del dio morto e resuscitato veniva portata in processione assieme a simulacri di falli a rappresentare il mistero della sua presenza e creatività. Oggi è difficile cogliere la gioiosa ebbrezza, la sacralità di quella “possessione divina” che anticipava la beatitudine dell’oltretomba promessa agli iniziati dei misteri di Dioniso.
Bibliografia:
Calendario di Alfredo Cattabiani